Recensione scientifica del prodotto Calmadol curata da Barbara Catozzi, autrice del blog Scienza Cosmetica formato da una rete di professionisti, specializzati in discipline differenti: medici, farmacisti, psicologi, naturopati, insegnanti e personal trainer.
Considerato l’ampio panorama di antinfiammatori naturali per uso topico, la miglior soluzione è scegliere un prodotto di qualità.
Prima di avventurarci nel percorso che ci porterà a conoscere particolarità e funzionalità degli attivi contenuti in Calmadol, è indispensabile porre l’accento sul mezzo in cui essi vengono dispersi.
Il mezzo in questione è un olio di olivo extra bio che viene spesso sottovalutato in ambito topico. Il potere antiossidante del nostro olio d’oliva viene decantato in ambito alimentare. In realtà il suo uso in cosmesi è meno scontato, ma altrettanto efficace. Contiene una frazione di così detti insaponificabili e una quota di vitamina E che lo rende insuperabile, sia dal punto di vista delle proprietà antiossidanti, che sul fronte della penetrabilità delle membrane.
Quale miglior veicolo per i nostri attivi?
A proposito di attivi, Calmadol contiene estratti vegetali di prima qualità, certificati biologici e ove possibile a km zero. Si tratta di arnica, artiglio del diavolo, rosmarino, canfora, mentolo, salvia, camomilla e aloe.
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Arnica
Pianta erbacea perenne, la cui droga (parte della pianta in cui si concentrano gli attivi) sono i rizomi (radici) e i capolini dei fiori. I fiori sono di colore giallo arancio per via dei carotenoidi che contengono, oltre ad oli essenziali e flavonoidi. E’ una specie del centro Europa e Russia, comune anche sulle piane montane di Alpi e Appennini. Il nome Arnica Montana deriva infatti dal suo habitat: cresce solo in alta montagna.
La tradizione popolare
Fu oggetto di studio per la prima volta solo dopo l'anno mille, ad opera di santa Ildegarda nel suo trattato "De arboris". Per vederla apparire in un vero e proprio trattato di medicina bisogna attendere fino al XV secolo, ad opera del Mattioli. L'arnica era conosciuta più per l'uso ludico che se ne faceva: la radice essiccata era il "tabacco da naso" dalle popolazioni alpine.
Arnica è un antiecchimotico popolare, cicatrizzante delle ferite, contusioni e ulcere delle gambe. Per applicazioni è un antireumatico e antinevralgico che non provoca arrossamento.
L’azione antinfiammatoria sarebbe dovuta a una combinazione di carotene e manganese. Tale combinazione aumenterebbe la circolazione periferica e aumenterebbe la resistenza locale delle mucose.
In sintesi il suo utilizzo è particolarmente indicato in caso di: ematomi, dolori muscolari e articolari, contusioni, flogosi e tumefazioni (ad esempio da iniezione).
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Artiglio del diavolo
Così chiamato per la forma uncinata dei suoi frutti, è costituito dalle radici secondarie dell’Harpagophytum procumbens. E’ una pianta originaria del Sud Africa, della Namibia in particolare, dove queste radici sono adoperate nella medicina tradizionale per il trattamento di diverse malattie quali febbre, mal di stomaco e malattie reumatiche.
La droga è stata introdotta in Europa dopo la seconda guerra mondiale ed è largamente adoperata come rimedio erboristico per malattie reumatiche. Ha effetti analgesici e spasmolitici notevoli, tanto che viene utilizzata nelle terapie antireumatiche in sostituzione delle classiche terapie farmacologiche. Decotti ed estratti sono utilizzati anche per la coxartrosi, artrosi cervicale, lombare etc.
In sintesi viene utilizzata per: effetto analgesico e spasmolitico, coxartrosi, artrosi cervicale e lombare.
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Canfora
La canfora è il principale costituente dell’essenza ottenuta per distillazione in corrente di vapore del legno ci Cinnamomum Camphora.
La canfora è solida a temperatura ambiente e si separa dall’essenza per raffreddamento. Cinnamomum camphora è un grande albero, alto sino a 40 mt, con foglie coriacee dall’odore aromatico.
Cresce nelle regioni del sud est dell’Asia, un esemplare famoso in Italia è stato importato agli inizi del 1800 e piantumato presso i giardini inglesi della reggia di Caserta dove si può ammirare ancora oggi nella sua imponenza.
E’ impiegata nei linimenti per i dolori reumatici.
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Rosmarino
Quando si parla di rosmarino si fa riferimento alla sua essenza, trascurando le proprietà del fitocomplesso della pianta.
Per uso topico il rosmarino risulta un valido cicatrizzante, vasodilatatore perfiferico, stimolante. Viene impiegato nelle affezioni muscolari, infatti è molto utile per gli sportivi, dopo lo sforzo muscolare per l’azione defatigante e corroborante.
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Salvia Officinalis
Fin dall’antichità considerata una panacea, presenta un’indubbia azione antispasmodica e colagoga -coleretica. Possiede anche spiccate proprietà di regolarizzazione del ciclo mestruale, calma le reazioni dolorose e trova impiego nei disturbi della menopausa.
Curiosità: nel sud della Francia si dice "chi ha della salvia nel suo giardino non ha bisogno del medico."
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Mentolo
Per uso esterno il mentolo svolge un'importante azione rinfrescante e tonica sulla muscolatura, tanto che è presente in creme e unguenti utili nel favorire la circolazione e nel dare freschezza a gambe affaticate.
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Camomilla
Camomilla viene utilizzata anche nei prodotti per uso topico come antinfiammatorio e lenitivo.
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Aloe Vera
L’Aloe vera, viene utilizzata nella tradizione popolare come cicatrizzante, detossificante, antiinfiammatorio, addirittura immuno modulante.
Il suo vero nome è Aloe Barbadensis, la chiamano "vera" per distinguerla dalle altre sorelle della famiglia, un po' meno virtuose a quanto sembra, ma tutte comunque belle piante ornamentali con foglie dentate ai bordi e succulente nel ripieno. La famiglia è quella delle Asphodelaceae.
L'Aloe vera è simile all'Agave ma ha alcune caratteristiche peculiari che la rendono unica (oltre che "vera"), una su tutte la presenza nel parenchima fogliare di un gel trasparente, protagonista vero o supposto delle virtù terapeutiche sopra descritte.
Il vero estratto di Aloe si ottiene partendo da foglie carnose ottenute da piante con più di 3-5 anni di età. • Le foglie vengono raschiate con un coltello e la rimanente polpa è consumata integralmente o, dopo spremitura o centrifugazione, sotto forma di succo.
È una fonte di 19 dei 20 amminoacidi essenziali, quindi è anche un ottimo complemento alimentare per i vegetariani oltre a favorire il corretto funzionamento del nostro sistema enzimatico. Inoltre è una fantastica risorsa di vitamine, A, B, C, E e di acido folico nonché di minerali, calcio, sodio, potassio, magnesio, ferro, rame e zinco.
Tuttavia i principali responsabili delle attività che interessano l'infiammazione e il sistema immunitario sono i polisaccaridi dell'Aloe.
È stato dimostrato scientificamente che essi provocano un marcato aumento dell'attività fagocitaria e proliferativa del sistema reticoloendoteliale. L'Aloe vera inibisce direttamente la via della cicloossigenasi e riduce la produzione di prostaglandine E2 che svolgono un ruolo importante nell'infiammazione.
In conclusione
Il prodotto Calmadol di Oasi natura è stato concepito e formulato con sensibilità e competenza. Oltre ad aver individuato le materie prime più coerenti e complementari per trattare infiammazioni muscolari, neurologiche e articolari, tali materie prime sono state scelte tra colture di prima qualità, biologiche e ad elevata concentrazione.
Studi scientifici riguardanti arnica e artiglio del diavolo
L'ampio utilizzo come antinfiammatorio dell'arnica ha suscitato interesse nel mondo scientifico, che già nel 2007 ha voluto analizzarne l'efficacia rispetto ad una crema di ibuprofene per il trattamento delle osteoartriti.
In questo studio, il gel di arnica al 50% si è dimostrato efficace tanto quanto il gel al 5% di ibuprofene per il miglioramento della funzione articolare.
Più approfondita è una review della Cochrane del 2013 che ha analizzato gli studi clinici presenti in letteratura che utilizzavano piante per applicazione locale al fine di ridurre i sintomi connessi all'osteoartrite. Pur sottolineando la necessità di migliori e più approfonditi studi, Cameron conclude la sua review evidenziando come, tra le piante selezionate (Capsicum annuum, Arnica montana e Symphytum officinale), è proprio l'arnica quella con il miglior livello di evidenza per il trattamento del dolore osteoarticolare.
In tutti gli studi considerati dalla revisione Cochrane, l'arnica era confrontata con l'ibuprofene; evidenziando in tutti i casi una riduzione del dolore e della funzionalità dell'articolazione confrontabile a quelle ottenibili con il Fans.
Per quanto riguarda artiglio del diavolo ne confermano la validità scientifica numerosi studi. I primi studi si devono nel 1858 al prof. Zorn dell’Istituto F. Schiller di Iena, e concernono l’azione antiartritica delle radici di H. come antiedemigeno.
Lo studio più corposo si deve al dott. Paul Blaiche nel 1981, autore di una ricerca clinica effettuata su 630 casi di artrosi. La posologia a seconda dei casi variava dai 3 ai 9 grammi di nebulizzato al giorno. La percentuale di insuccesso fu del 18% alla posologia massima.